giovedì 22 agosto 2013

CAPITOLO XVIII
Lui l’aiutò ad aggrapparsi
e a scavalcare la parete. Si ritrovarono nel corridoio
del secondo livello. Sembrava deserto. Cominciarono a
correre con il cuore in gola, terrorizzati dalla paura di essere
sorpresi e uccisi da un momento all’altro.
«Dobbiamo salire dalle scale di emergenza… - gridò
Mc-Gregory - Venga, mi segua, sono di là…»
Francesca era esausta ma non poteva, non doveva arrendersi!
Svoltarono in fondo al corridoio e fu là che si trovarono
di fronte a una scena agghiacciante.
Corpi di uomini dilaniati giacevano in terra senza vita.
Brandelli di carne, uomini con braccia e gambe recise. Dalla
testa fracassata di un uomo fuoriusciva materia grigia.
Francesca si sentì venir meno. Non aveva più forze. Si
accasciò in un angolo a vomitare.
«La prego miss Guerrazzi… Mi segua… Presto, mi dia
la mano... non guardi…»
Con fatica lei si rialzò, camminando in mezzo a quel
massacro. Solo la forza della disperazione la sostenne.
Lui raccolse la pistola di un uomo morto e insieme raggiunsero
le scale di emergenza. Cominciarono a salire i
gradini lentamente, guardandosi intorno circospetti. Il fragore
degli spari proveniva dall’esterno.
«Sono certo che il loro obiettivo sarà l’arsenale. Cercheranno
di appropriarsi delle armi. - disse Mc-Gregory - Mi
stia ad ascoltare attentamente miss Guerrazzi. L’arsenale è
situato in un capannone a qualche centinaio di metri dal
nostro bunker, verso ovest. Perciò, appena saremo fuori,
cercheremo di uscire e ci dirigeremo a est. Io andrò avanti,
lei dovrà seguirmi con estrema cautela. Se tutto andrà bene,
la condurrò fino alla baia e lì potrà prendere il motoscafo
per scappare via. Ha capito bene?»
Francesca con occhi vitrei, deglutì, annuendo. Era attonita
e impietrita da tutto quanto aveva visto.
Raggiunsero finalmente l’uscita. Mc-Gregory si appostò
dietro la porta e, aprendola quanto bastava per dare
un’occhiata fuori, si assicurò che non ci fosse nessuno. Lei,
intanto, si era appoggiata con la schiena lungo la parete,
senza fiato.
«Stia molto attenta ora, Miss. Sarà pericolosissimo lì
fuori. Tenteremo di zigzagare intorno a quelle costruzioni.
Le vede? Fino alla recinzione. Ci dirigeremo verso la baia.
Vedrà, ce la faremo!»
Lei annuì. Mc-Gregory aprì la porta all’inferno.
Uscì per prima lui e Francesca, come d’accordo, lo seguì.
Fuori pioveva ancora. Il temporale imperversava
tutt’intorno. Il terreno era viscido, fangoso. Rivoli d’acqua
provenienti dai canali di scolo delle costruzioni serpeggiavano
qua e là, alimentando grosse pozze formatesi nel terreno.

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